Novembre 2020. Il Coronavirus è entrato con violenza nelle nostre vite e le ha cambiate. Ci ha costretto a stare lontani, ci ha obbligato a non toccarci, a non affollarci nei luoghi chiusi, a non scambiarci le birre. Ha soprattutto costretto centinaia di migliaia di persone a collegarsi ad internet per reagire al Covid 19.

Come stiamo reagendo al Covid-19

Da Marzo 2020 in poi anche la vita in Seed Media Agency è cambiata. Abbiamo sostanzialmente abbandonato il nostro ufficio per dedicarci al lavoro in smart working, work from home o come meglio vi pare.

Abbiamo adottato immediatamente tutte le misure necessarie per reagire al Covid-19 durante i mesi in cui abbiamo lavorato in ufficio.

Abbiamo installato pareti divisorie in plexiglass tra una postazione e l’altra, abbiamo acquistato mascherine e le abbiamo date a tutti, anche agli amici di Archistudio502. Abbiamo acquistato dosi di gel disinfettante, che abbiamo messo all’ingresso e in bagno.

Si può lavorare davvero in smart working?

Da Ottobre siamo di nuovo in smart working. I contagi in Campania hanno ripreso a salire in modo vertiginoso e nonostante tutte le misure precauzionali abbiamo deciso di optare per lo smart working totale.

Dopo un intero semestre tra primavera ed autunno passato in smart working vi posso dire che:

  • Si può fare
  • Si può fare, solo ed esclusivamente se hai una buona connessione
  • Tutti quelli che partecipano al processo devono avere una buona connessione, nessuno escluso

Per poter lavorare seriamente da casa è anche necessario che tutte le parti coinvolte siano perfettamente consapevoli di quello che bisogna fare. Farlo in un ufficio è molto più semplice, puoi controllare l’intero processo dalla A alla Z con i tuoi occhi.

Ma far funzionare una web agency con tutti in smart working è un’altra cosa. Le scadenze sono le stesse, le esigenze dei clienti anche, quindi è necessaria un’organizzazione aziendale efficiente al 100%.

Agile Seed

In Seed Media Agency abbiamo studiato le teorie di Scrum e del lavoro agile e cerchiamo di applicarle da anni nel nostro lavoro, per ottimizzare i processi e offrire un servizio sempre migliore. Oggi riusciamo a lavorare a distanza senza risentirne in alcun modo. Siamo sempre stati abituati a lavorare in mobilità con i portatili e i cellulari, pronti a scambiarci informazioni in tempo reale con persone lontane centinaia di Km. Reagire al Covid 19, è anche una predisposizione d’animo, quando è possibile.

Ma intorno a noi non è affatto così. Provate a chiedere a qualsiasi insegnante come va con la didattica a distanza e vedete che vi risponderà dicendovi che perde la maggior parte del tempo a chiedere se si sente, come va la connessione e se tutti riescono a capire quello che dice.

La realtà è che il digital divide ci è caduto addosso insieme al Covid-19, amplificando le differenze tra chi ha accesso alle migliori infrastrutture tecnologiche e chi non ce l’ha.

Ma questo è un altro discorso.